Ciao, ho scoperto adesso che quello che è morto ieri alla Roma-Ostia per infarto al terzo km e che, con Ileana, avevamo visto a terra all'inizio della gara correva nella squadra di Giancarlo(il mio amico). Lo conoscevo benissimo, era a Salsomaggiore con me quando feci 2h e 59, ci salutavamo sempre ad ogni gara.
Qualche anno prima di me aveva anche fatto un passatore e allora mi diede molti consigli. Qui è con noi (Io e Giancarlo) in una foto alla 3 comuni di qualche anno fa, è quello al centro.
Gian Carlo
Anna ti giro la poesia scritta dalla bambina che era alla corsa perche' la madre ha fatto la Roma Ostia..... e ha assistito alla morte del ragazzo durante la manifestazione....
Dedicata a Italo
E tu corri.......
 
Corri, Corri, Corri!!!!
La voglia di andare, cercare la via, cercare un percorso tra un fiume di
gente , persone, podisti, e' difficile....certo...
"E come si fa?" Chiederai sorridendo...ma una vocina leggera, subdola,
ignota che ...sussurra risponde, soffia parole e ti dice:"E tu
corri!!!!!....
E allora corri!corri!corri!!!....
Corri verso il traguardo, vola , semina gli altri, lascia il sudore, lascia
l'energia, lascia la gomma della suola delle scarpe....
E ti ritrovi a pensare, credere, sperare di farcela e di posizionarti bene
per il premo di categoria....e se poi non ce la fai?
Io ti dico: corri!corri!corri!....
Sfuggi alla folla, la lasci, la perdi, l'abbandoni....ma attento...non
commettere l'errore, non allontanarti troppo, non allontanare l'anima dal
corpo...perche' cosi' tu scoprirai che la distanza che dalla folla ti
separa e' come un grande vuoto che ci lasci.
La morte e' l'unico avversario a cui non sei sfuggito...e cosi' dietro di
te lasci un po' tutto....Ma qualcosa che non hai lasciato c'e' e non la
lascerai mai...e' la voglia, si la voglia di correre anche in cielo...
Nella notte di San Lorenzo ti vedremo brillare e tagliare nel cielo il tuo
traguardo, e allora la vocina ti dira': " ma possibile che non hai ancora
perso il vizio?"....
Ancora corri!corri!corri!....
 
Francesca
Grazie Anna!
Una poesia veramente toccante scritta in occasione di un dramma che, ascoltando la cronaca, appare veramente inspiegabile. Purtroppo, a sentire gli addetti ai lavori, questa non e' la prima volta che tragedie del genere accadono. Chiunque corre per passione non puo' non essere sconvolto. Tra Domenica e Lunedi ho riflettuto un po'. Su come mi sono avvicinato ad uno sport cosi' faticoso. Sul perche' e' da 3 anni che corro, rivoluzionando quella che era la mia routine quotidiana e modificando la mia struttura fisica. Non ci sono risposte definitive. So soltanto che in questi 3 anni ho conosciuto persone genuine e sensibili che nei pochi instanti prima, durante e dopo le corse mi hanno dato, forse a loro insaputa, le risposte giuste a domande che non avevo posto ma che avevo bisogno di chiedere.
La fatica fa venire fuori il meglio e il peggio del nostro carattare. Ci puo' indebolire rendendoci piu' vulnerabili e incapaci di non commettere errori. Ma ci puo' anche rafforzare abituandoci a sopportare e tollerare le condizioni piu' disagiate. Personalmente, ritengo che si debba correre per far stare meglio il proprio corpo. La prima regola che mi sono posto quando ho iniziato e' stata proprio questa: ascoltare il proprio corpo. Martedi mattina, mia moglie Raffaella doveva alzarsi presto perche' aveva una trasferta di lavoro al Nord. Mi sono alzato con lei alle 5:45. Abbiamo fatto colazione e poi ci siamo salutati. Era ancora buio e sentivo che avevo qualcosa che ancora mi frullava in corpo da Domenica. Mi sono messo le scarpe e sono andato a correre. Ho corso ininterrottamente per 2 ore.
Alla fine mi sentivo veramente bene.
A presto,
Marco Carloni
Caro Giuseppe
il mio entusiasmo per la Roma Ostia si è spento tra il terzo e il quarto chilometro, quando davanti a me si è accasciato il povero Italo Bagaglini.
Senza farla lunga, ho saputo che nella sua famiglia (moglie e tre figlie) lui era l'unico percettore di reddito, immagino quindi che la situazione finanziaria abbia subito un duro colpo. Forse possiamo dare un contributo economico anche noi (come già hanno fatto altre società podistiche) e portare un minimo di solidarietà alla moglie (chi può immaginare i suoi pensieri in questo momento?).
Da questo e da altri episodi sorgono, d'altro canto, riflessioni (che desidero comunicarti) sul tema della sicurezza di noi che corriamo: le visite mediche che facciamo per ottenere il certificato di idoneità all'agonismo sono sufficientemente approfondite? Nel mio caso non è così: cinque minuti di stepper e via! In gare in cui si corre ad un livello vicino allo sforzo massimo per decine e decine di minuti si produce uno stress che, almeno nel mio caso, non ha nulla a che vedere con la "simulazione" nello studio medico. Ho deciso quindi di prenotare una visita medico-sportiva presso una struttura ospedaliera dove, mi dicono, il livello di indagine è notevolmente minuzioso.
Giulio Sorella
HO INOLTRATO A TUTTI VOI ALCUNE MAIL CHE MI SONO GIUNTE DOPO LA ROMA-OSTIA.
Ci sono reazioni e riflessioni importanti e anche un suggerimento a dare un minimo contributo alla famiglia che ha perso lo sfortunato podista. Mi viene in mente che lo scorso anno abbiamo percepito 110 euro (17° posto ­ il nostro miglior risultato storico); quest'anno invece (dato il gigantesco numero di partecipanti) siamo arrivati solo ad un soffio dalla premiazione. Propongo di devolvere il premio dello scorso anno alla famiglia di Italo.
Giuseppe
Ciao,
sono Vincenzo Nicoletta, non gareggio da molto tempo ma mi alleno sempre, per questioni di prevenzione mi sono sottoposto ad  una visita al centro di cardiologia del S.Filippo Neri e anche in quell'occasione lo sforzo al quale hanno esplorato la mia attività cardiaca era di molto inferiore a quello al quale mi sottoponevo durante le gare.
La cosa più  è importante, secondo me, è gareggiare con "cervello" e non con le gambe, non si può gareggiare sempre agli stessi ritmi , non lo fanno nemmeno i professionisti, invece gli "amatori" si ostinano a correre sempre ai massimi livelli. Lo sport praticato in quel modo è deleterio; si deve correre con il piacere di correre e non con l'ansia della prestazione. Fatevi venire queste sane paure e correrete fino a 80 anni! Non prendetela come una previsione nefasta ma come un consiglio pensato e scritto "con il cuore". Ciao a tutti e buone corse.
Vincenzo Nicoletta
Ciao Giulio
rispondo alla tua mail in qualità di runner iscritto all'Astra Trastevere e da medico cardiologo. La tua preoccupazione riguardo i ritmi che il nostro cuore deve sopportare durante una gara e che le visite mediche non possono sempre evidenziare la presenza di una cardiopatia misconosciuta, è legittima. Ho saputo che Italo era un caposala ospedaliero e che si sottoponeva con assiduità a controlli medici. Il suo decesso potrebbe essere imputabile alla rottura di un aneurisma cerebrale o comunque ad una evenienza che mai si sarebbe evidenziata con accertamenti di routine. Credo che ognuno di noi non debba mai andare oltre i propri limiti che sono dettati dall'età , dalle condizioni che si hanno al momento della gara, dallo stile di vita osservato fino alla sera prima, dall'allenamento che deve essere costante e razionale. L'amico Giancarlo Pelliccia è maestro nelle tecniche di allenamento e costante nel suo impegno che lo ha portato a scendere sotto le 3 h in maratona. Io stesso sono soddisfatto del mio tempo raggiunto con ripetute e lunghi che adesso non posso più fare e quindi mi accontento di correre con gli amici dell'Astra. Non bisogna mai farsi prendere dallo spirito agonistico perchè se non non si ha un allenamento adeguato i risultati non arrivano. Sappiamo tutti che una visita medica specialistica non può darti la sicurezza di correre un anno in "sicurezza". Dobbiamo essere noi a mantenere uno stile di vita idoneo alla nostra passione. Il nostro Presidente Giuseppe Giampaoli mi sembra un buon esempio perche' corre per il piacere di correre e tutti noi dobbiamo imitarlo! Si corre per ricevere i benefici di un gesto atletico che fatto con inteliggenza si può procastinare per molti anni. Un saluto.
Antonio Izzo

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