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 DI RITORNO DA NEW YORK
 
In volo verso New York, io e Gino, così chiamo ormai amichevolmente il mio ginocchio destro che dopo anni di fedele e impegnativo servizio dà segni di stanchezza e vorrebbe dare le dimissioni. Lo porto a New York per altri 42,195 km di collaborazione o forse 26,2 miles of pains. Tre giorni in giro per la Grande Mela e lui si spazientisce perché era pronto, dopo varie sedute di ginnastica, con l'aiuto dell'amico Quadri(cipite), a fare il previsto e non l'extra. Quattro novembre sera, fatti tutti i riti pre-gara, si spegne la luce presto. Domani sveglia alle 5,15. Caffè, colazione, sacca, bus e siamo a Verrazzano, immersi in un villaggio di maratoneti: chi fa la fila, chi si massaggia, chi si riscalda e chi sdraiato cerca la concentrazione. Finalmente alla base del ponte in attesa della partenza con l'orchestra che suona ..New York ..New York. Di fronte la rampa del ponte e alle spalle i caselli dell'autostrada. In fondo è per me e per Gino la partenza per il ventesimo lungo viaggio. Via! Tutti corrono ed io sgambetto a passo veloce, mi sento out, ma non voglio far innervosire Gino. Scollinato il ponte, in discesa inizio a trotterellare: Gino ci sta e così, corricchiando in discesa e camminando in salita, attraversiamo i cinque distretti di New York. Fotogrammi di quartieri e gente che partecipa, ti assiste e strilla "you can do!" (a me o a Gino?); suoni, colori, pacche sulle mani ed emozioni si susseguono fino alla fine. Il film dura 6h47'31", né lungo né corto, sufficiente per vedere la città dall'alba al tramonto senza farsi male.
See you in Rome on 18th march

 CARLO FELIZIANI

 
Un' esperienza unica: una forte emozione in un'ambientazione impagabile con un pubblico commovente.

 SERGIO VOTANO

 
Un viaggio bellissimo, una compagnia adorabile, una sensazione unica. Solo la maratona di New York sa farti provare certe emozioni. Un abbraccio lungo 26,2 miglia. Questa è la New York Marathon. Un ringraziamento affettuoso a tutti i miei compagni di viaggio, in particolare ad Amelio che ha diviso con me la stanza e mi ha sopportato in questi giorni newyorkesi.

 MASSIMO PROIETTI

 
Sono rimasto colpito ed emozionato da 42 km di folla festosa e rumorosa in una gara, la Maratona di New York, che è grande come partecipazione di atleti, grande come i ponti e le strade che non finiscono mai, ma grande soprattutto perché ci sono loro. Questo fiume di gente comune che ti prende per mano alla fine del ponte di Verrazzano e ti fa sentire vivo, mai solo, avvolgendoti e incitandoti con battimani, urla, musica e colori, allontanando la fatica fino all'ultimo km, facendomi tagliare il traguardo, nello stupendo scenario del Central Park, con gli occhi rossi e qualche lacrima. Grazie gente di New York per avermi fatto sentire protagonista della Maratona!

 AMELIO DI TELLA

 
Giunto ormai alla ventunesima maratona, pensavo finalmente di poterla affrontare con maggiore scioltezza, ma qualche fastidio alle gambe mi ha indotto a ridimensionare ogni calcolo ambizioso. Così ho deciso presto, poco oltre la metà, di prendermela comoda, vivere la manifestazione nel suo insieme, non in competizione (con me stesso) ma in compagnia (di tanti altri). Nulla di più indovinato a New York! La gente ti accompagna, ti acclama, ti saluta, ti incita per il solo fatto che sei lì a percorrere quelle strade. Non vuole applaudire solo i vincitori (pochi), vuole osannare i tantissimi partecipanti (tutti). Dopo aver subito una dura lezione dal mio fisico (quasi una sfida: allora ce la fai o no?), ho vissuto il sollievo di una festa entusiasmante. Per nulla abbattuto ho anche assaporato, nelle ultime quattro miglia, il piacere di correre con fatica ma con gioia, e ho incontrato Amelio e Massimo (che destino tra tanti partecipanti!). Con loro ho concluso, a braccia alzate, la mia più lunga e divertente maratona.

 GIUSEPPE GIAMPAOLI

 
Solo chi si trova qui può provare quella sensazione che ti attanaglia la gola e ti fa pensare che hai fatto benissimo ad esserci.

 ROBERTO BACCINI

 
Ore 4 e 45 minuti, eccoci qua, il giorno tanto desiderato è arrivato. Fra poco verrà il pullman di Terramia e ci porterà a fare la maratona più famosa del mondo. Non vedo l'ora che cominci. Poi alle 10 e 10 si parte, si comincia a correre, finalmente. Dopo tanta attesa mi sento bene, spingo bene fino al 25° km. Poi ho un po' di crisi, rallento, ma la gente ti incita, ti carica e allora dopo 2 - 3 miglia così così, riparto, mi emoziono fino quasi a piangere quando arriviamo al Central Park, e le ultime miglia volo, faccio il mio personale, faccio il tempo che avevo sognato e mi sento forte come un leone, felice come una Pasqua. E' tutto fantastico. E' la Maratona di New York City.

 SERGIO PALERMI

 
Cari compagni e amici dell' Astra, il 5 novembre e' stata per me e per noi del gruppo New York un' esperienza indimenticabile che penso porteremo nel cuore per parecchio tempo. Ho avuto ancor piu' chiara questa sensazione non tanto prima durante e dopo il soggiorno e la gara a New York, nè prima del viaggio di ritorno, quanto all'arrivo a Roma quando, euforico ma lucido, ho preso a raccontare a tutti a casa, in ufficio, agli amici e ai parenti, l'esperienza provata e vissuta !! Chi mi e' stato ad ascoltare per piu' di solo qualche minuto (e quasi tutti hanno avuto la pazienza di farlo), ha potuto rendersi conto della gioia e della soddisfazione che sprizzava da tutti i pori, e vi assicuro che ho tentato anche di trattenermi dall'enfasi in alcuni momenti, ma proprio non e' stato possibile. E' proprio questo l'aspetto che mi ha sorpreso e che ha sorpreso anche a tutti quelli che mi conoscono invece per il carattere solitamente molto piu' pacato e misurato. La gara, a prescindere dal risultato cronometrico, e' stata bellissima e il tifo vero, da stadio, del pubblico e' stato per me, sopratutto nelle ultime 10 miglia, un motivo di sprone che non avevo mai provato prima d'ora. Ma nelle mie gambe e nella mia testa, voi lo sapete, non c'ero soltanto io alla maratona di New York... c'erano anche Andrea ( mio fratello indimenticato podista ), e Franco Zaccarelli (compagno di tanti anni di lavoro) che ho portato con me all'arrivo, ricordati con il cartello "ANDREA & FRANCO RUN WITH ME", e nel cuore anche Ugo e Antonio ai quali sempre, anche solo per un attimo, penso ogni volta che metto le scarpe in strada !!!

 STEFANO CARIMINI

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