LAGO DEL SALTO 12 luglio 2014 | |
Sono tre anni che faccio triathlon e per la terza volta a luglio lascio la città per salire al Lago del Salto(Ri) per partecipare a questo triathlon su distanza anomala: 1.8 di nuoto, 59 in bici e 13 di corsa. La location è molto bella, immersa nel verde, con questo lago artificiale all'interno di un cratere naturale che si incendia di colori sotto i raggi del sole. Il primo anno lo feci per prendere confidenza, poi nel 2013 tornai spinto da una sana cattiveria agonistica, finchè sabato scorso l'ho fatto con la consapevolezza di essere in grado di piazzarmi tra i primi della mia fascia d'età... sia perchè nel frattempo sono migliorato un pò nel nuoto e molto in bicicletta, ma soprattutto perchè sono anagraficamente passato di categoria. Ho più volte detto che la stella polare del mio status di pseudo-atleta resta la salute. Allenarsi per star bene e non per competere con gli altri, ma vero è... che, talvolta... prendiamo coscienza del nostro star bene proprio gareggiando. Certo, gli anni passano e il tentativo di frenarne l'incedere è un gioco pericoloso, dove si rischia di non rispettare le regole del tempo che si adagia sul nostro corpo. Da oltre 20 anni però studio questo aspetto e provo a starci dentro con auto ironia,tanta disciplina, ma anche paradossalmente cercando di preservare il mio fisico da sforzi eccessivi. Alchimia difficile, fare tanto, tantissimo, ma non troppo. Va da se che la linea di confine tra l'eccesso e il buon training è molto labile, ma se dopo tanti lustri riesco a galleggiare ancora bene è evidente che, almeno da questo punto di vista, ho delle buone qualità interpretative della realtà. So bene di non essere atleta dalle grandi potenzialità, ma sono la dimostrazione che attraverso una politica fatta da piccoli passi e da molta dedizione si può migliorare il proprio status fisico e mentale... si anche mentale, perchè poi è proprio quello che ci serve serve nella routine extra sportiva del quotidiano. Gara Staffette comprese siamo circa 150. Coltre di nuvole in quest'estate ancora non pervenuta. Ogni tanto il sole le squarcia e subito la temperatura sale. Acqua del lago a 24 gradi e muta vietata per gli under 50. La indosso e registro con giubilo un concorrente che mi dice: "... ma mica hai già 50 anni che stai con la muta ? "... gli rispondo che ne farei a meno, ma che... ahimè ... sono in quel club da più di un campionato del mondo. Percorso a triangolo da ripetersi 2 volte con vertice basso a 10 metri da riva dove tanto non si tocca da subito. A occhio sembran più di 900 metri e infatti tutti i gps registreranno circa 1900 metri totali(1870 il mio Garmin, segno che almeno come traiettorie sono stato nel giusto) . Sono abbastanza tranquillo, penso solo a fare una bella gara in linea con l'ottima forma che ho in questo momento. Ho visto la starting list e nella mia categoria è presente l'atleta che al 70.3 di Pescara è stato il miglior italiano in categoria e che nell'occasione mi aveva rifilato circa 6 minuti totali(4 nel nuoto 1 nei cambi 2 in bici mentre, da me, ne aveva perso 1 nella corsa). Quasi impossibile illudersi di batterlo, quindi non resta che pensare a far bene... nulla più ...e posso arrivare secondo. Via. Prendo solo una gran botta in testa degna di menzione nei primi 50 metri, poi la tonnara si dirada e si entra in ordinaria amministrazione. Mi sono scaldato nuotando almeno 20 minuti prima del via per abituarmi alla muta e ora le sensazioni sono buone. Seguo i piedi di chi mi precede e non tento sorpassi sfiancanti. Se vedo che chi mi è davanti strappa o rallenta cerco altri piedi. Lucidissimo. Al solito il tempo nel nuoto si ferma. 10 minuti diventano un'entità temporale paragonabile alle ere geologiche. 10 minuti in bici sono 5km e passano in un amen, 10 minuti di corsa sono 2 km e prima o poi passano, 10 minuti di nuoto sono 500 metri... e non passano davvero mai. Se un giorno avrete mai voglia e fantasia di fare un triathlon è bene che lo sappiate. Finalmente il primo giro si chiude e a pochi metri da riva alzo la testa e scruto il garmin 920 metri in 17.40. In piscina senza muta non avrei mai potuto fare meglio. Anche nel secondo giro scelgo di rimanere in scia anche se chi mi precede(che è senza muta) perde qualche colpo e talvolta non posso allungare la bracciata perchè finirei per andargli addosso, ma va bene così, lascio fare almeno non tiro fuori la testa e risparmio energie. Capisco che la velocità è calata, ma non contrasto l'evento... lo subisco per scelta deliberata. Clausura finita. Riemergo. Sassi giganti e appuntiti sotto i piedi negli ultimi 3 metri e sono fuori. Clicco 36.30 x 1870 metri un filo sotto ai 2 minuti per 100 metri. Va bene. Non sono affatto stanco. Ora dai 515 metri sul livello del lago dobbiamo recuperare 70 metri di dislivello in soli 350 metri. Durissima. Mentre salgo sfilo la parte superiore della muta, entro in zona cambio insieme a un altro della mia categoria... che, avendo le scarpe attaccate alla bici, esce e inizia a pedalare prima di me. Keep calm. E' lunga, molto lunga. Ci aspettano due giri da quasi 30 km con un andata e ritorno poco prima del km 15. Bisogna solo far attenzione alla strada che è tutta una curva e piena di buche. Ripasso subito l'atleta di prima e mi accorgo di andare veramente bene. Fa fresco solo con il body bagnato, ma sarà un vantaggio, lo scorso anno era caldo da morire e fu finale sofferto. Pedalata dopo pedalata divoro gli 8 km leggermente ondulati tutti in un susseguirsi di curve. Ora si scende in picchiata per 3 km. Leggo 65 sul conta km e decido di non esagerare. A fine sparata mi accorgo di essere asciutto. Manca circa un km alla virata quando vedo il mio inarrivabile e imponenente avversario sul lato opposto. Studio la posizione, guardo il crono della bici e quando ripasso da quel punto scopro di avere poco più di 4 minuti di ritardo. Quindi nel nuoto mi sono salvato abbastanza anche in virtù del fatto di aver già indossato i calzini e di non aver messo le scarpette sui pedali. Salita. Rapportino(34*27) e gambe a mulinare, salgo a 15 orari e siamo almeno al 6-7% di pendenza. Supero. Scalatore Doc. Ancora gli 8km iniziali fino al traguardo in leggerissima salita ma con vento a favore. 30 di media sul conta km. Non rubo neanche un metro di scia. Come posso passo. Tanto mal che vada, senza guai, arriverò secondo. Nuovo incrocio con mister X; memorizzo il punto e faccio partire una nuova rilevazione cronometrica. Finisco il primo giro di 29.4 km a 30.1 di media. Sul punto del contatto ricontrollo il gap:3.50. Considerando che a Pescara mi aveva battuto di poco anche in bici... direi ottimo. Comincio a crederci. Discesa. Ora sparo il 50*11 alla morte e mi rannicchio. Non guardo il conta km è così pieno di buche che è molto meglio lasciare gli occhi sulla strada. Ci avviciniamo al punto di ritorno e ancora non vedo il mio target... eccolo. Memorizzo, boa-giro, rilevazione: 2.30. Azz, qualcosa è cambiato. Soprattutto è cambiata la consapevolezza. Come i tori quando vedono rosso, cosi mi si chiude la vena e comincio a pestare sui pedali. Bevo tutto, butto la mezza barretta rimasta e attacco la salita cattivo e leggero. Lo vedo mentre scollina e non passa un minuto che sono li anche io. Se sto rischiando troppo lo dira la storia. Ora si va. Piove. Ma ormai è leggera salita e si gestisce bene. Ora l'inarrivabile è a vista... forze che si moltiplicano, supero un mio compagno di squadra e... proprio al momento di scendere dalla bici raggiungo anche lui. Unico cruccio la media del GPS scesa a 29.9 per questi 59km con 550 metri di dislivello. Invasato faccio il cambio più veloce del west e comincio a correre che sono già davanti. Dopo 500 metri scriteriati mi ritrovo e penso... oggi sei troppo in palla ...non ti ripassa più, non hai caldo, non hai fame... in volata sei una freccia ...sciallati e vediamo se sarà in grado di rientrarti. Nella corsa si devono fare 3 giri da poco più di 4km l'uno, sempre sulla stessa strada con il ritorno ai 2km. Viaggio intorno ai 4.35/4.40 al km ma mi ripeto di essere in controllo. All'inversione studio la situazione e già il vantaggio è ampio. E' fatta, devo solo far passare la nottata, supero la seconda donna in classifica sul finire del primo giro, la gamba è perfetta e complice una leggera discesa un km fa beep in 4.26. Piano tigre, non serve. Ad ogni inversione il vantaggio è dilatato, se non mi prende un crampo nulla mi può succedere... ma non c'è un solo motivo per cui debba accadere. Saprò solo all'arrivo che il mio avversario era reduce due settimane prima dall'Iron Man di Klagenfurt completato alla grande, normale quindi che abbia ceduto nel finale. Ma la fortuna premia gli audaci e il sole bacia i belli... quindi, mentre raggi infuocati tornano a far capolino specchiandosi nel lago in una misticanza di colori... vado euforicamente per il terzo giro. Per gioco provo a forzare: 4.23-4.25 basta è inutile. Daje, ma tranquillo. Ultima virata, davanti a me la prima donna...: è bionda, tonica e ...giovane. La punto, la raggiungo, la incoraggio, le corro al fianco per un pò; finchè ai 500 metri finali decido di andarmene per non sembrare quello che vuole l'applauso quando taglia il traguardo. Spingo sui piedi e chiudo con una progressione a 4 al km in 3h e 36. Solo 56 minuti e 40 secondi per il run... e ne avevo ancora, ...oggi ho spaccato. Podio strameritato. Gioia consapevole....e... .... non ho dubbi, primo o ultimo che sia in gara... nella vita sono e resterò lo stesso splendido coglione di ieri. Vi lovvo. |
|
Giancarlo Pelliccia | |
|